Casale del Giglio ‘Matidia’ Cesanese Rosso Lazio IGT/IGP 2020
12,00€
Esaurito
Peso | 1 kg |
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Denominazione | Lazio IGT |
Vitigno | Cesanese 100% |
Ubicazione | Borgo Le Ferriere Aprilia (LT) |
Vendemmia | Fine settembre. |
Vinificazione | Prodotto esclusivamente con uve di Cesanese provenienti da un vigneto di 30 anni a cordone speronato in gestione nella zona di Olevano Romano. Terreno calcareo vulcanico con esposizione ad est a 500 metri s.l.m. Vendemmia ad autunno inoltrato, verso la metà di ottobre. Fermentazione sulle bucce molto lunga, circa tre settimane, con macerazione a freddo prefermentativa per 6/7 giorni a 8° C, alla quale segue la fermentazione alcolica a temperatura controllata con rimontaggi e follature. |
Affinamento | Affinamento in barriques per 8–12 mesi e 6 di bottiglia. |
Gradazione alcolica | 14,00% |
Temperatura servizio | 16°-18°C |
Abbinamenti | Perfetto con un piatto della cucina romana, maialino arrosto alle erbe, si abbina con un piatto di gnocchi Ricci di Amatrice” al ragù di castrato e costine di maiale. |
89 / 100 | Veronelli |
4 grappoli d'uva | Bibenda |
2 / 3 | Gambero Rosso |
92 / 100 | Luca Maroni |
90 / 100 | Falstaff |
Bronze Medal | Decanter |
88 / 100 | IWSC |
Silver Medal | LWC |
Gold Medal | Berliner Wine Trophy |
Silver Medal | United Nations of Five Wines |
Silver Medal | Mundus Vini |
Gold Medal | Mondial des Vins Extremes |
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Prende il nome da Matidia, nobildonna romana, appartenente alla dinastia degli Antonini, che ebbe il titolo di “Augusta”. Fu nipote dell’imperatore Traiano e suocera dell’imperatore Adriano. Alla sua morte nel 119 d.c., Adriano ne pronunciò l’orazione funebre e la divinizzò. Le sue statue erano presenti in tutto l’Impero e furono coniate monete con la sua effige. Le fu dedicato un tempio nel Campo Marzio a Roma, che doveva corrispondere all’attuale chiesa di Santa Maria in Aquiro in Piazza Capranica, luogo storico, molto caro alla Famiglia. Il Matidia è un Cesanese in purezza prodotto da una giovane e innovativa cantina, che ha saputo imporsi come una delle più interessanti realtà del territorio laziale. Casale del Giglio nasce dal desiderio di valorizzare un territorio ancora vergine come quello del litorale pontino, per farne un esempio d’eccellenza. Le uve di Cesanese provengono da un vigneto storico della tenuta, che ha più di 30 anni e si trova nella zona di Olevano Romano. Le viti sono coltivate a un’altitudine di circa 500 metri sul livello del mare, su un terreno particolarmente pregiato, composto da suoli vulcanici e vene di calcare. È un rosso già pronto, ma con una buona attitudine all’invecchiamento. Ideale per accompagnare primi piatti con saporiti sughi di carne o di selvaggina.
Tastings Notes
Rosso rubino limpido.
Sentori di piccoli frutti rossi, anguria, fiori appassiti, chiodi di garofano, tocchi balsamici e foglia di tè.
Equilibrato con tannini elegantemente espressi che reggono la trama della lunga persistenza.
Realtà dell’Agro Pontino, a sud di Roma, Casale del Giglio ha rappresentato per anni tutte le potenzialità dei vini non solo della zona di Latina, ma di tutto il Lazio. Un luogo che, a differenza di molte altre zone rese famose da un’azienda capace di valorizzarle, era ancora vergine, quando nel 1967 Dino Santarelli iniziò a immaginarvi una cantina moderna ed efficiente. Un sogno divenuto realtà grazie anche allo straordinario contributo del figlio di Dino, Antonio, il quale ha iniziato a seguire attivamente l’azienda in particolare a partire dalla metà degli anni ‘80. Un progetto che ha dimostrato quanto l’impegno dell’uomo sia in grado di incidere nella realizzazione di un grande vino. Dalla sperimentazione in vigna fino all’imbottigliamento, Casale del Giglio è riuscita a “esportare” il Lazio grazie a vitigni anche lontanissimi per origine, sempre però declinati con uno stile particolarmente riconoscibile, di gran classe. Oltre ad Antonio Santarelli, i nomi che hanno contribuito a far grande Casale del Giglio sono quelli di Attilio Scienza – dell’Istituto di Coltivazioni Arboree dell’Università di Milano – di Angelo Costacurta – dell’Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Conegliano – di Fulvio Mattivi – dell’Istituto Agrario Provinciale San Michele all’Adige – e di Paolo Tiefenthaler, quest’ultimo enologo storico dell’azienda, che ritroviamo ancora oggi a supervisionare scrupolosamente ogni fase produttiva che viene svolta in cantina. Vini di assoluto fascino, da scoprire uno a uno apprezzandone ogni minima peculiarità.
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