Search Results For: casale del giglio

  • Casale del Giglio ‘Matidia’ Cesanese Rosso Lazio IGT/IGP 2020

    Prende il nome da Matidia, nobildonna romana, appartenente alla dinastia degli Antonini, che ebbe il titolo di “Augusta”. Fu nipote dell’imperatore Traiano e suocera dell’imperatore Adriano. Alla sua morte nel 119 d.c., Adriano ne pronunciò l’orazione funebre e la divinizzò. Le sue statue erano presenti in tutto l’Impero e furono coniate monete con la sua effige. Le fu dedicato un tempio nel Campo Marzio a Roma, che doveva corrispondere all’attuale chiesa di Santa Maria in Aquiro in Piazza Capranica, luogo storico, molto caro alla Famiglia.  Il Matidia è un Cesanese in purezza prodotto da una giovane e innovativa cantina, che ha saputo imporsi come una delle più interessanti realtà del territorio laziale. Casale del Giglio nasce dal desiderio di valorizzare un territorio ancora vergine come quello del litorale pontino, per farne un esempio d’eccellenza. Le uve di Cesanese provengono da un vigneto storico della tenuta, che ha più di 30 anni e si trova nella zona di Olevano Romano. Le viti sono coltivate a un’altitudine di circa 500 metri sul livello del mare, su un terreno particolarmente pregiato, composto da suoli vulcanici e vene di calcare.  È un rosso già pronto, ma con una buona attitudine all’invecchiamento. Ideale per accompagnare primi piatti con saporiti sughi di carne o di selvaggina.

    Tastings Notes

    Con gli occhi...

    Rosso rubino limpido.

    Con il naso...

    Sentori di piccoli frutti rossi, anguria, fiori appassiti, chiodi di garofano, tocchi balsamici e foglia di tè.

    Con la bocca...

    Equilibrato con tannini elegantemente espressi che reggono la trama della lunga persistenza.

    Casale del Giglio

    Realtà dell’Agro Pontino, a sud di Roma, Casale del Giglio ha rappresentato per anni tutte le potenzialità dei vini non solo della zona di Latina, ma di tutto il Lazio. Un luogo che, a differenza di molte altre zone rese famose da un’azienda capace di valorizzarle, era ancora vergine, quando nel 1967 Dino Santarelli iniziò a immaginarvi una cantina moderna ed efficiente. Un sogno divenuto realtà grazie anche allo straordinario contributo del figlio di Dino, Antonio, il quale ha iniziato a seguire attivamente l’azienda in particolare a partire dalla metà degli anni ‘80. Un progetto che ha dimostrato quanto l’impegno dell’uomo sia in grado di incidere nella realizzazione di un grande vino. Dalla sperimentazione in vigna fino all’imbottigliamento, Casale del Giglio è riuscita a “esportare” il Lazio grazie a vitigni anche lontanissimi per origine, sempre però declinati con uno stile particolarmente riconoscibile, di gran classe. Oltre ad Antonio Santarelli, i nomi che hanno contribuito a far grande Casale del Giglio sono quelli di Attilio Scienza – dell’Istituto di Coltivazioni Arboree dell’Università di Milano – di Angelo Costacurta – dell’Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Conegliano – di Fulvio Mattivi – dell’Istituto Agrario Provinciale San Michele all’Adige – e di Paolo Tiefenthaler, quest’ultimo enologo storico dell’azienda, che ritroviamo ancora oggi a supervisionare scrupolosamente ogni fase produttiva che viene svolta in cantina. Vini di assoluto fascino, da scoprire uno a uno apprezzandone ogni minima peculiarità.

  • Casale del Giglio Cabernet Sauvignon Rosso Lazio IGT/IGP 2019

    Vitigno di origine bordolese principalmente coltivato nelle zone del Médoc. È senz’altro una delle varietà più rinomate al mondo per la produzione di vini di grande qualità e longevità. Viene spesso usato in assemblaggio con Cabernet franc e Merlot. In Italia ne esistono molte versioni, sia in purezza che con altri vitigni rossi. Ha grandi capacità di adattamento alle più disparate condizioni climatiche, mantenendo le sue caratteristiche di riconoscibilità, pur esprimendo perfettamente anche quelle del terroir di provenienza: il Cabernet si esprime con una piacevole maturità di frutto, accompagnata dalla consueta eleganza del suo ampio spettro aromatico. Il lungo affinamento in barrique dona al vino una profondità e complessità che lo rende adatto ad accompagnare a tavola secondi piatti di carni rosse arrosto, stracotti o della selvaggina: il Lazio Cabernet Sauvignon IGT 2011 di Casale del Giglio è un vino potente, ricco ed elegante.

    Tastings Notes

    Con gli occhi...

    Rosso rubino intenso.

    Con il naso...

    Profumo intenso con note fruttate di lampone, ciliegia nera, cassis, sentori balsamici di ginepro, muschio e sottobosco.

    Con la bocca...

    Elegante, morbido e ricco, caratterizzato da un finale lungo e complesso.

    Casale del Giglio

    Realtà dell’Agro Pontino, a sud di Roma, Casale del Giglio ha rappresentato per anni tutte le potenzialità dei vini non solo della zona di Latina, ma di tutto il Lazio. Un luogo che, a differenza di molte altre zone rese famose da un’azienda capace di valorizzarle, era ancora vergine, quando nel 1967 Dino Santarelli iniziò a immaginarvi una cantina moderna ed efficiente. Un sogno divenuto realtà grazie anche allo straordinario contributo del figlio di Dino, Antonio, il quale ha iniziato a seguire attivamente l’azienda in particolare a partire dalla metà degli anni ‘80. Un progetto che ha dimostrato quanto l’impegno dell’uomo sia in grado di incidere nella realizzazione di un grande vino. Dalla sperimentazione in vigna fino all’imbottigliamento, Casale del Giglio è riuscita a “esportare” il Lazio grazie a vitigni anche lontanissimi per origine, sempre però declinati con uno stile particolarmente riconoscibile, di gran classe. Oltre ad Antonio Santarelli, i nomi che hanno contribuito a far grande Casale del Giglio sono quelli di Attilio Scienza – dell’Istituto di Coltivazioni Arboree dell’Università di Milano – di Angelo Costacurta – dell’Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Conegliano – di Fulvio Mattivi – dell’Istituto Agrario Provinciale San Michele all’Adige – e di Paolo Tiefenthaler, quest’ultimo enologo storico dell’azienda, che ritroviamo ancora oggi a supervisionare scrupolosamente ogni fase produttiva che viene svolta in cantina. Vini di assoluto fascino, da scoprire uno a uno apprezzandone ogni minima peculiarità.

  • Casale del Giglio Shiraz Rosso Lazio IGT 2020

    Lo Shiraz (o Syrah) è un vitigno di origine orientale, che proviene dall’antica Persia.
    Si è affermato in Francia principalmente nella Valle del Rodano, dove concorre, insieme ad altri vitigni, alla produzione di vini celebri come l’Hermitage e lo Châteauneuf-du Pape. A partire dall’inizio del secolo scorso questo vitigno ha avuto diffusione in alcune parti dell’Australia, come ad esempio la Hunter River Valley, presso Sidney. Grazie al progetto “Casale del Giglio” è stato introdotto per la prima volta in provincia di Latina nel 1985. Una bottiglia con cui la cantina continua il percorso produttivo in cui i vitigni internazionali riescono a integrarsi magnificamente all’interno dei confini laziali.

    Tastings Notes

    Con gli occhi...

    Rosso rubino con sfumature violacee.

    Con il naso...

    Profumo intenso, di buona persistenza, con note fruttate di ribes, mirtilli e marasca, cardamomo e cannella.

    Con la bocca...

    Morbido e caldo, con buona trama tannica e ritorno delle note speziate di pepe nero in finale.

    Casale del Giglio

    Realtà dell’Agro Pontino, a sud di Roma, Casale del Giglio ha rappresentato per anni tutte le potenzialità dei vini non solo della zona di Latina, ma di tutto il Lazio. Un luogo che, a differenza di molte altre zone rese famose da un’azienda capace di valorizzarle, era ancora vergine, quando nel 1967 Dino Santarelli iniziò a immaginarvi una cantina moderna ed efficiente. Un sogno divenuto realtà grazie anche allo straordinario contributo del figlio di Dino, Antonio, il quale ha iniziato a seguire attivamente l’azienda in particolare a partire dalla metà degli anni ‘80. Un progetto che ha dimostrato quanto l’impegno dell’uomo sia in grado di incidere nella realizzazione di un grande vino. Dalla sperimentazione in vigna fino all’imbottigliamento, Casale del Giglio è riuscita a “esportare” il Lazio grazie a vitigni anche lontanissimi per origine, sempre però declinati con uno stile particolarmente riconoscibile, di gran classe. Oltre ad Antonio Santarelli, i nomi che hanno contribuito a far grande Casale del Giglio sono quelli di Attilio Scienza – dell’Istituto di Coltivazioni Arboree dell’Università di Milano – di Angelo Costacurta – dell’Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Conegliano – di Fulvio Mattivi – dell’Istituto Agrario Provinciale San Michele all’Adige – e di Paolo Tiefenthaler, quest’ultimo enologo storico dell’azienda, che ritroviamo ancora oggi a supervisionare scrupolosamente ogni fase produttiva che viene svolta in cantina. Vini di assoluto fascino, da scoprire uno a uno apprezzandone ogni minima peculiarità.

  • Casale del Giglio Merlot Rosso Lazio IGT 2020

    Il Merlot è originario di Bordeaux. Fu introdotto in Agro Pontino negli anni Trenta dai coloni Veneti che bonificarono le Paludi Pontine e nel 1966 gli fu riconosciuta la Denominazione di Origine Controllata. Mai opportunamente valorizzato in passato, lo è stato, invece, successivamente, grazie al progetto di ricerca e sperimentazione “Casale del Giglio”, avviato nel 1985, che ha permesso di individuare, per questa varietà, la combinazione più idonea fra portainnesti, cloni e forma di allevamento, al fine di ottenere uve di alta qualità.  Il Lazio Merlot IGT di Casale del Giglio è un vino intenso e moderno, sempre caratterizzato da bei richiami fruttati.

    Tastings Notes

    Con gli occhi...

    Impenetrabile color porpora.

    Con il naso...

    Profumi intensi di amarena sotto spirito, pepe nero e liquirizia.

    Con la bocca...

    Ricco, mediamente strutturato e avvolgente con aromi boisé nel finale. Chiude con un finale fresco e fruttato, di buona persistenza.

    Casale del Giglio

    Realtà dell’Agro Pontino, a sud di Roma, Casale del Giglio ha rappresentato per anni tutte le potenzialità dei vini non solo della zona di Latina, ma di tutto il Lazio. Un luogo che, a differenza di molte altre zone rese famose da un’azienda capace di valorizzarle, era ancora vergine, quando nel 1967 Dino Santarelli iniziò a immaginarvi una cantina moderna ed efficiente. Un sogno divenuto realtà grazie anche allo straordinario contributo del figlio di Dino, Antonio, il quale ha iniziato a seguire attivamente l’azienda in particolare a partire dalla metà degli anni ‘80. Un progetto che ha dimostrato quanto l’impegno dell’uomo sia in grado di incidere nella realizzazione di un grande vino. Dalla sperimentazione in vigna fino all’imbottigliamento, Casale del Giglio è riuscita a “esportare” il Lazio grazie a vitigni anche lontanissimi per origine, sempre però declinati con uno stile particolarmente riconoscibile, di gran classe. Oltre ad Antonio Santarelli, i nomi che hanno contribuito a far grande Casale del Giglio sono quelli di Attilio Scienza – dell’Istituto di Coltivazioni Arboree dell’Università di Milano – di Angelo Costacurta – dell’Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Conegliano – di Fulvio Mattivi – dell’Istituto Agrario Provinciale San Michele all’Adige – e di Paolo Tiefenthaler, quest’ultimo enologo storico dell’azienda, che ritroviamo ancora oggi a supervisionare scrupolosamente ogni fase produttiva che viene svolta in cantina. Vini di assoluto fascino, da scoprire uno a uno apprezzandone ogni minima peculiarità.

  • Casale del Giglio Chardonnay Bianco Lazio IGT 2021

    Lo Chardonnay, grande vitigno protagonista nei più famosi vini bianchi del mondo, è originario di quella illustre regione vitivinicola francese che è la Borgogna. È stato introdotto con successo nell’Agro Pontino, in provincia di Latina, dopo una favorevole sperimentazione e da allora arricchisce la base ampelografica del territorio. ino bianco fresco e strutturato, risulta idoneo per differenti occasioni; ottimo sia per aperitivi che durante le cene. Consigliato come vino da degustare durante cene o serate con amici all’insegna dell’allegria, del divertimento e di lunghe chiacchierate.

    Tastings Notes

    Con gli occhi...

    Giallo paglierino intenso.

    Con il naso...

    Esprime un elegante bouquet di fiori di acacia e di frutta quale pesca e banana.

    Con la bocca...

    Fresco, di buona struttura, con un finale lungo e accattivante.

    Casale del Giglio

    Realtà dell’Agro Pontino, a sud di Roma, Casale del Giglio ha rappresentato per anni tutte le potenzialità dei vini non solo della zona di Latina, ma di tutto il Lazio. Un luogo che, a differenza di molte altre zone rese famose da un’azienda capace di valorizzarle, era ancora vergine, quando nel 1967 Dino Santarelli iniziò a immaginarvi una cantina moderna ed efficiente. Un sogno divenuto realtà grazie anche allo straordinario contributo del figlio di Dino, Antonio, il quale ha iniziato a seguire attivamente l’azienda in particolare a partire dalla metà degli anni ‘80. Un progetto che ha dimostrato quanto l’impegno dell’uomo sia in grado di incidere nella realizzazione di un grande vino. Dalla sperimentazione in vigna fino all’imbottigliamento, Casale del Giglio è riuscita a “esportare” il Lazio grazie a vitigni anche lontanissimi per origine, sempre però declinati con uno stile particolarmente riconoscibile, di gran classe. Oltre ad Antonio Santarelli, i nomi che hanno contribuito a far grande Casale del Giglio sono quelli di Attilio Scienza – dell’Istituto di Coltivazioni Arboree dell’Università di Milano – di Angelo Costacurta – dell’Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Conegliano – di Fulvio Mattivi – dell’Istituto Agrario Provinciale San Michele all’Adige – e di Paolo Tiefenthaler, quest’ultimo enologo storico dell’azienda, che ritroviamo ancora oggi a supervisionare scrupolosamente ogni fase produttiva che viene svolta in cantina. Vini di assoluto fascino, da scoprire uno a uno apprezzandone ogni minima peculiarità.

  • Casale del Giglio ‘Satrico’ Bianco Lazio IGT 2021

    Questo vino prende il nome dall’antica città di “Satricum”. Le più antiche tracce di capanne risalgono al IX Sec. a.C. ed erano organizzate in forma di villaggio con luogo di culto al centro. Tale insediamento, situato sull’altura prossima al fiume Astura, più tardi sarebbe diventato l’Acropoli della città, luogo in cui avrebbe visto la sua collocazione il tempio della divinità Mater Matuta di cui, ancora oggi, sono visibili le vestigia, in prossimità dell’attuale Borgo Le Ferriere (LT). Il “Satrico” della cantina laziale Casale del Giglio è un’etichetta dal profilo fruttato e delicatamente aromatico. È un bianco dal carattere internazionale, realizzato con un assemblaggio dei due vitigni a bacca bianca francesi più famosi e diffusi al mondo, uniti a del Trebbiano giallo. Lo Chardonnay dona eleganza e ricchezza fruttata, il Sauvignon Blanc conferisce sottili sfumature vegetali e il Trebbiano completa il blend con vivace freschezza.

    Consigliato con antipasti caldi di pesce, pesce alla griglia, stuzzichini, frittura di pesce, pesce e crostacei al vapore.

    Tastings Notes

    Con gli occhi...

    Giallo paglierino luminoso.

    Con il naso...

    Note di agrumi freschi, erbe aromatiche, tocchi vegetali e floreali, accenti marini e ricordi minerali.

    Con la bocca...

    Morbido al gusto e con un buon corpo, è sostenuto da una vivace spina dorsale fresca che, supportata dalla giusta sapidità, ne invoglia la beva.

    Casale del Giglio

    Realtà dell’Agro Pontino, a sud di Roma, Casale del Giglio ha rappresentato per anni tutte le potenzialità dei vini non solo della zona di Latina, ma di tutto il Lazio. Un luogo che, a differenza di molte altre zone rese famose da un’azienda capace di valorizzarle, era ancora vergine, quando nel 1967 Dino Santarelli iniziò a immaginarvi una cantina moderna ed efficiente. Un sogno divenuto realtà grazie anche allo straordinario contributo del figlio di Dino, Antonio, il quale ha iniziato a seguire attivamente l’azienda in particolare a partire dalla metà degli anni ‘80. Un progetto che ha dimostrato quanto l’impegno dell’uomo sia in grado di incidere nella realizzazione di un grande vino. Dalla sperimentazione in vigna fino all’imbottigliamento, Casale del Giglio è riuscita a “esportare” il Lazio grazie a vitigni anche lontanissimi per origine, sempre però declinati con uno stile particolarmente riconoscibile, di gran classe. Oltre ad Antonio Santarelli, i nomi che hanno contribuito a far grande Casale del Giglio sono quelli di Attilio Scienza – dell’Istituto di Coltivazioni Arboree dell’Università di Milano – di Angelo Costacurta – dell’Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Conegliano – di Fulvio Mattivi – dell’Istituto Agrario Provinciale San Michele all’Adige – e di Paolo Tiefenthaler, quest’ultimo enologo storico dell’azienda, che ritroviamo ancora oggi a supervisionare scrupolosamente ogni fase produttiva che viene svolta in cantina. Vini di assoluto fascino, da scoprire uno a uno apprezzandone ogni minima peculiarità.

  • Casale del Giglio ‘Anthium’ iL ‘BeLLoNe’ DeLL’aGRoPoNTiNo Lazio IGT 2021 vitigno Autoctono Lazio

    L’Anthium è un vino prodotto da Bellone in purezza, un antico vitigno laziale a bacca bianca, che si sta rivelando molto interessante e che nella zona dell’Agro Pontino si esprime su livelli di assoluta eccellenza. La vicinanza del mare dona al vino un profilo solare e mediterraneo, con un frutto maturo e ricco, che lo rende piacevolmentearmonioso e intenso. Un’etichetta che rappresenta un bellissimo esempio di recupero di una varietà antica, interpretata con il massimo rispetto degli aromi tipici e delle caratteristiche del terroir.

    Il Bellone “Anthium” viene prodotto nella tenuta Casale del Giglio, che si trova nell’entroterra di Anzio a sud di Roma, nell’area dell’Agro Pontino. Una zona un tempo paludosa, che è stata bonificata nei primi decenni del secolo scorso ed è ancora vergine rispetto alla viticoltura. Grazie a un progetto che ha coinvolto diversi Istituzioni Universitarie e Centri di Ricerca e a un accurato lavoro di zonazione, sono stati scelti i vitigni più adatti alle condizioni pedoclimatiche locali. Dotato di grande piacevolezza è indubbiamente un capolavoro di vino 🏆, firmato Casale del Giglio e ben realizzato da Paolo Tiefenthaler, nella doppia veste di agronomo/enologo.

    Tastings Notes

    Con gli occhi...

    Giallo paglierino brillante con riflessi dorati.

    Con il naso...

    Note di mango e di papaya impreziosite da sfumature leggermente floreali e speziate.

    Con la bocca...

    Pieno, salino, ricco, avvolgente e di pregevole freschezza.

    Casale del Giglio

    ealtà dell’Agro Pontino, a sud di Roma, Casale del Giglio ha rappresentato per anni tutte le potenzialità dei vini non solo della zona di Latina, ma di tutto il Lazio. Un luogo che, a differenza di molte altre zone rese famose da un’azienda capace di valorizzarle, era ancora vergine, quando nel 1967 Dino Santarelli iniziò a immaginarvi una cantina moderna ed efficiente. Un sogno divenuto realtà grazie anche allo straordinario contributo del figlio di Dino, Antonio, il quale ha iniziato a seguire attivamente l’azienda in particolare a partire dalla metà degli anni ‘80. Un progetto che ha dimostrato quanto l’impegno dell’uomo sia in grado di incidere nella realizzazione di un grande vino. Dalla sperimentazione in vigna fino all’imbottigliamento, Casale del Giglio è riuscita a “esportare” il Lazio grazie a vitigni anche lontanissimi per origine, sempre però declinati con uno stile particolarmente riconoscibile, di gran classe. Oltre ad Antonio Santarelli, i nomi che hanno contribuito a far grande Casale del Giglio sono quelli di Attilio Scienza – dell’Istituto di Coltivazioni Arboree dell’Università di Milano – di Angelo Costacurta – dell’Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Conegliano – di Fulvio Mattivi – dell’Istituto Agrario Provinciale San Michele all’Adige – e di Paolo Tiefenthaler, quest’ultimo enologo storico dell’azienda, che ritroviamo ancora oggi a supervisionare scrupolosamente ogni fase produttiva che viene svolta in cantina. Vini di assoluto fascino, da scoprire uno a uno apprezzandone ogni minima peculiarità.

  • ‘Anthium’ iL ‘BeLLoNe’ DeLL’aGRoPoNTiNo Lazio

    Il Bellone

    L’uva pantastica ’ ed il vino del mare di Roma

    L’Anthium di Casale del Giglio è un vino bianco Cacchione Nettuno DOP ottenuto dalla macerazione delle uve intere a bassa temperatura, in modo da mantenere inalterate le qualità dell’uva Cacchione. Il risultato è un vino dal colore giallo paglierino con bei riflessi dorati e un aroma complesso di frutti maturi e con sentori floreali. Al gusto è un vino avvolgente, equilibrato, con una ottima persistenza, fresco, armonico e di buon corpo.

    Cacchione Pantastico Antica Roma“Uva pantastica, tutta sugo e mosto”. E’ questa breve ma intensa descrizione una delle tracce storiche più antiche del Cacchione, il vino del mare di Roma, prodotto in quella che allora era l’Antium romana, colonia marittima dell’impero, di cui l’attuale Nettuno è erede. A parlarne in questi termini enfatici è Plinio il Giovane, scrittore e politico romano. “Uva pantastica”, da alcuni detta anche uva pane, perché amata dai contadini del luogo che la consumavano appunto con il pane. Ma in realtà dall’uvaggio Cacchione si traeva un vino apprezzato anche dai ricchi, che probabilmente scorreva abbondante sulle tavole del celebre Cicerone, che di Antium era originario. Antium fu una delle prime colonie romane, annessa definitivamente nel 338 a.C., dopo lunghe e sanguinose lotte. Quel promontorio, però, seppe trasformarsi da vinto a vincitore e conquistò i romani con le bellezze e le ricchezze della sua terra, soprattutto con il gusto del cibo e del vino. Il litorale non era affatto provincia dell’Impero, ma parte del suo centro. Tanto da dare i natali, oltre al già citato Marco Tullio Cicerone, anche agli imperatori Caligola e Nerone, che vi dimoravano spesso, circondati dal fasto delle loro Ville Imperiali. Di li passavano di frequente anche Lucullo, Mecenate e Augusto: del resto la leggenda vuole che quelle fossero le “rive omeriche”, dove approdò Enea, fuggiasco da Troia, capostipite della discendenza che fondò Roma. Durante i fasti dell’Impero, Antium, e poi Nettuno, divennero patria dell’ – Otium-  della classe patrizia, da non tradurre come banale ozio ma come tempo dedicato al vero godimento della vita e delle sue virtù. Nelle sfarzose abitazioni che popolavano la zona si moltiplicavano le feste ed i banchetti, che quella terra animava in maniera unica, fornendoli di cibi e bevande squisite. Era proprio il vino locale, sia bianco che rosso, il fiore all’occhiello di quelle terre, talmente buono da venire anche offerto in dono alla dea Fortuna, per ingraziarsela.

    Nel 1881, nel Bollettino Ampelografico il Bellone- Cacchione  viene descritto come avente caratteristiche simili ai Belli, una serie di vitigni molto diffusi all’epoca, da cui ha certamente preso il nome. Esistono comunque molti sinonimi: oltre al Cacchione, si ha Pampanaro, Bellobuono, Albanese, Zinnavacca, Arciprete e Pacioccone. Il Bellone è iscritto al Registro Nazionale delle Varietà della Vite dal 1970.

    Viene prodotto nei  Comuni di Nettuno ed Anzio, un vigneto di oltre 60 anni: l’età delle viti, l’influenza diretta del mare, i terreni marini, fanno sì che questa piccola zona sia unica per la sua produzione. La costante brezza marina contribuisce a raggiungere la piena maturazione: i suoi grappoli maturano nelle prime settimane di Ottobre, periodo in cui si effettua la vendemmia. Il Bellone è vinificato raramente in purezza, soprattutto nella zona del Nettuno DOC, mentre si presta particolarmente ad uvaggi insieme ad altre varietà autoctone laziali nella zona dei Colli Albani, anche in DOCG Frascati Superiore DOCG. L’azienda che rappresenta al meglio le caratteristiche di un Bellone in purezza è sicuramente Casale del Giglio. Dotato di grande piacevolezza è indubbiamente un capolavoro di vino.

    https://www.winezz.it/prodotto/casale-del-giglio-anthium-il-bellone-dellagropontino-lazio-igt-2021-vitigno-autoctono-lazio/
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